La trama di Perfetti Sconosciuti (2016), il film di Paolo Genovese, mette in scena un’ironica e pungente visione della società italiana contemporanea, osservata attraverso la cosiddetta “scatola nera della nostra vita“, lo smartphone.
Questo oggetto è in grado di rivelare segreti e meccanismi che regolano le relazioni umane.
La commedia si svolge tutta all’interno dell’abitazione romana di una coppia, durante una cena che riunisce gli amici di una vita, ma la serata degenera con l’idea della padrona di casa, Eva, di fare un gioco.
I partecipanti alla cena dovranno lasciare sul tavolo il proprio cellulare e condividere con gli altri tutto ciò che riceveranno, dai messaggi alle telefonate.
Ad ogni squillo di suoneria vengono svelati aspetti complessi e nascosti di una relazione, sia essa di amicizia o di amore….
Perfetti Sconosciuti: trama e cast
L’irriverente commedia Perfetti Sconosciuti trae spunto come trama da una lunga tradizione cinematografica che vede film quali, ad esempio, Il nome del figlio di Francesca Archibugi o Cena tra amici (Le Prénom) di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte.
Tutte queste pellicole, però, si ispirano ad un unico film, Carnage di Roman Polanski, da cui derivano anche gli ingredienti delle loro storie, che sono sempre gli stessi.
Un’unica ambientazione e l’incontro/scontro di personalità diverse, rivelandone i segreti e i problemi relazionali.
Il film Perfetti Sconosciuti si svolge durante una cena tra sette amici di vecchia data che procede in concomitanza con l’eclisse lunare. Ma sarà proprio questa occasione apparentemente così innocua ad innescare una catena di rivelazioni…
Eva (Kasia Smutniak), la padrona di casa insieme al marito Rocco (Marco Giallini), propone infatti di mettere tutti gli smartphone
sul tavolo e di condividere con gli amici ogni chiamata o messaggio ricevuto nel corso della serata.
Eva è un’analista nevrotica che vuole rifarsi il seno mentre Rocco è un chirurgo plastico che va segretamente dallo psicologo.
Le differenze tra i due si notano soprattutto nel rapporto con la figlia adolescente. La madre si comporta in modo molto severo mentre il padre è più accondiscendente e instaura con lei un rapporto di complicità.
Al tavolo con Eva e Rocco ci sono altre due coppie: Bianca e Cosimo (AlbaRohrwacher ed Edoardo Leo), che sono l’immagine dei neosposini felici. Lele e Carlotta (Valerio Mastandrea e Anna Foglietta), al contrario sposati da tanti anni, il cui matrimonio è ormai in crisi da tempo.
L’ultimo arrivato è Peppe (Giuseppe Battiston), professore di ginnastica licenziato per esubero, che doveva presentarsi con la nuova fidanzata, Lucilla, ma che alla fine arriva da solo, dicendo che la ragazza è ammalata.
Il personaggio di Cosimo tra risentimento e tradimento
Il personaggio di Cosimo è forse il più amato dagli spettatori per la sua simpatia, ma al tempo stesso il più criticato per il suo ruolo di triplice traditore incallito.
Questo suo aspetto oscuro, che lo porta a tradire la moglie veterinaria, l’amico chirurgo e l’amante analista Eva, potrebbe derivare dalla sensazione di inferiorità che prova rispetto a tutti loro.
Cosimo, infatti, nella vita è un tassista, ma ambisce ad avere successo con le sue idee stravaganti, dal business delle
sigarette elettroniche all’allevamento dei cani.
Durante la cena gli amici lo prendono più volte in giro per le sue strambe pensate che, già in altre occasioni, si sono rivelate solo clamorosi buchi nell’acqua.
Cosimo è quindi vittima di se stesso a causa dei suoi complessi di inferiorità, che lo portano a cercare soddisfazione in altri ambiti della vita.
Al tavolo ci sono altre due coppie colpevoli di tradimento, Lele e Carlotta, lui avvocato e lei casalinga, la cui relazione è
giunta al capolinea in seguito ad un incidente stradale.
Durante la serata emerge infatti la frattura insanabile della coppia e il loro fardello segreto.
Carlotta, guidando ubriaca, ha ucciso un uomo, ma dell’evento si è assunto la responsabilità il marito, in modo da evitare il carcere alla donna.
Peppe: un ‘capro espiatorio’ omosessuale
La cena procede a colpi di messaggi e telefonate che svelano come gli amici di una vita in realtà non siano altro che sconosciuti celati dietro maschere perfette.
Gli smartphone diventano ‘scatole nere’ a cui tutti affidano i propri segreti più intimi con superficialità:
“Questi cosi qua ci stanno rovinando l’esistenza, ci stanno portando via il privato!” esclama Peppe, ma anche lui è parte integrante di questo circolo vizioso.
La ragazza che doveva presentarsi alla cena con lui, infatti, si rivela poi essere un uomo, Lucio.
Prima di questa confessione però vi è l’equivoco su cui si alternano comicità e dramma.
Lele chiede a Peppe di scambiarsi i telefoni per non fare scoprire alla moglie che la tradisce, ma in questo modo, quando riceve i messaggi di Lucio sembra lui l’omosessuale agli occhi di tutti.
Carlotta è sconvolta al pensiero di avere un marito gay mentre Cosimo appare profondamente turbato per aver condiviso una vita di amicizia con lui:
“Ce lo dovevi dì” ripete più volte, come se l’amico avesse avuto una malattia contagiosa e trasmettibile.
Il tutto viene enfatizzato da quel “froci”, ripetuto in una scena madre del film, che verrà ripreso da Lele quando verrà svelata la verità:
“So frocio solo da du ore e già m’è bastato”.
Il rapporto di amicizia che legava tutti i personaggi si rivela più fragile di come era inizialmente apparso e persino un amico gay non è così facile da accettare.
Il film mostra come la paura e la diffidenza nei confronti del diverso non siano ancora state superate nella società attuale che, nonostante le apparenze, cela una radicata omofobia.
L’omosessualità di Peppe, in quel momento, diventa quindi centrale e sembra quasi che il triplice tradimento di Cosimo vada in secondo piano, nonostante questo sia molto più grave in quanto coinvolge moglie, amica/amante e migliore amico.
L’ambigua figura della padrona di casa
Eva, la padrona di casa, è sicuramente un personaggio molto ambiguo fin dall’inizio del film.
Lo spettatore, infatti, si chiede perché avrebbe proposto agli amici di fare questa sorta di gioco della verità pur sapendo di essere la prima a nascondere un terribile segreto.
Forse in fondo voleva farsi scoprire perché non riusciva più a sostenere i sensi di colpa?
O forse semplicemente era curiosa di vedere le reazioni degli amici alla sua proposta.
Un’altra ipotesi potrebbe essere quella che Eva si renda conto che ogni sua azione, anche la più encomiabile, sia dettata in realtà da motivazioni di affermazione personale.
Eva, infatti, incita gli amici a partecipare al gioco così da mostrare la loro buona fede, pur sapendo, in questo modo, che li avrebbe indotti a rivelare la loro cattiva coscienza e le loro bugie.
“Quindi voi mi state dicendo che nessuno di noi ha segreti? […] Ok allora facciamo un gioco, mettiamo qua tutti i nostri cellulari per la durata della cena… messaggi, Whatsapp, telefonate, leggiamo e ascoltiamo insieme, tanto noi non abbiamo segreti, no?”.
Ma fino alla fine pare che Eva non si redima…
Perfetti Sconosciuti: un finale inaspettato
La trama di Perfetti Sconosciuti si conclude con un finale amaro e imprevedibile, che rivela tutta la doppiezza dei protagonisti e, allo stesso tempo, mette in luce l’ipocrisia che pervade la nostra società.
Il film non offre soluzioni, ma ci lascia con una domanda: come sarebbe andata se Rocco avesse rifiutato di fare questo gioco e quella fosse stata una tranquilla cena come le altre?
Ed è proprio così, a quanto pare, che è andata realmente la serata.
Gli amici di sempre hanno deciso di continuare ad indossare le loro maschere e di non rivelare i loro segreti nascosti.
La società italiana viene mostrata nel suo perbenismo di facciata, che deve essere salvato a tutti i costi, e le relazioni, anche quelle di vecchia data, si rivelano superficiali e false.
Il film si conclude con un finale agrodolce e terribilmente realistico.
Gli spettatori tornano a casa con i loro segreti all’interno della “scatola nera della loro vita” e con un dubbio irrisolto: cosa scegliere?
Mostrarsi per chi si è realmente, con il proprio carico di imperfezioni e sbagli, ed essere sinceri con se stessi e con gli altri?
Oppure continuare a tessere una ragnatela di finzioni per apparire inattaccabili e in linea con i criteri di perfezione imposti dalla società?
Ad ognuno la sua scelta…